Nel contesto delle epidemie di morbillo nei diversi Paesi dell’UE, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha pubblicato qualche giorno fa, il 16 febbraio, un compendio sulla valutazione della minaccia. Proprio da quest’ultima pubblicazione si evince che l’aumento dei casi e i conseguenti 7 decessi avvenuti sarebbero da ricondurre alla bassa copertura vaccinale sul territorio.
Infatti, come dichiara Andrea Ammon, direttore dell’ECDC: “Nessuno dovrebbe morire di morbillo. L’aumento dei casi di morbillo, una malattia altamente contagiosa ma prevenibile con il vaccino, ricorda chiaramente che tutti gli Stati membri dovrebbero massimizzare gli sforzi per raggiungere e mantenere un’elevata copertura vaccinale per tutte le malattie prevenibili con il vaccino. I vaccini sono un modo sicuro ed efficace per ridurre il carico sanitario delle malattie infettive ed evitare inutili perdite di vite umane”.
Il morbillo rappresenta una minaccia reale per gli individui di qualsiasi fascia d’età, ma l’impatto potenzialmente più elevato è soprattutto dovuto alla facile infezione dei bambini sotto i 12 mesi, troppo piccoli per essere vaccinati e quindi più esposti al rischio e alla contagiosità del morbo. Anche i bambini sotto i 5 anni non vaccinati corrono ampio rischio perché il morbillo in questa fascia d’età potrebbe portare a diverse complicazioni.
Perciò, proprio considerando la facile diffusione della malattia, diventa essenziale un’elevata copertura vaccinale che arrivi fornire due dosi almeno al 95% della popolazione con lo scopo di interrompere la trasmissione nel paese o nelle comunità. Ovviamente, l’UE dovrebbe garantire un maggiore sforzo collettivo per identificare e raggiungere le popolazioni non o parzialmente vaccinate e l’equità d’accesso alle vaccinazioni anche per le popolazioni vulnerabili, come migranti, minoranze etniche e profughi.
Insieme a questo, per usare un metodo d’analisi più complementare, si dovrebbero creare sistemi di sorveglianza per diagnosi precoci e risposta e controllo delle epidemie locali di morbillo, azione che per altro faciliterebbe il tracciamento dei genotipi di virus e delle catene di trasmissione. Inoltre, sarebbe auspicabile una campagna di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza sull’attuale situazione tra gli operatori sanitari e un maggior sforzo per identificare le ragioni della bassa diffusione dei vaccini nelle comunità e attuare interventi su misura.
La consapevolezza dei propri stati vaccinali aiuta certamente a prevenire il contagio o perlomeno a ridurlo, ed è per questo motivo che Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “Quando si riscontrano epidemie di morbillo, è chiaro che vi sono lacune nelle vaccinazioni. Invito tutti a verificare il proprio stato vaccinale e i genitori ad assicurarsi che i loro figli siano regolarmente vaccinati. La vaccinazione protegge e salva vite umane, è uno degli strumenti a nostra disposizione più potenti contro il morbillo e molte altre malattie infettive."