Emily O'Reilly, ombudsman europeo, chiede di porre fine al sistema degli stage non retribuiti, in quanto discriminatori verso i giovani con mezzi economici limitati.
Alla base della sua richiesta ci sarebbe una motivazione sociale in quanto 'I praticantati non retribuiti possono perpetuare l'esclusione sociale de facto'.
Nella sua raccomandazione, il difensore civico, che risponde così all'esposto di un giovane stagista austriaco, propone che la corretta indennità sia calcolata in base al costo della vita del Paese in cui si trova la delegazione.
Secondo O'Reilly il Servizio europeo di azione esterna (Seae) dovrebbe pagare a tutti gli 'stagisti' un'indennità tale da 'permettere un accesso ampio ai giovani di tutte le estrazioni'.
'Il Seae ha circa 800 stagisti nelle sue delegazioni nel mondo, i cui servizi a tempo pieno non vengono retribuiti' scrive O'Reilly. 'I praticanti devono coprire tutti i costi, incluse le spese di alloggio, viaggi e assicurazione sanitaria: un sistema che chiaramente discrimina molti giovani che hanno mezzi limitati. [...] le indennità dovrebbero incoraggiare tutti i giovani a presentare richieste di stage al di là del loro status finanziario