GLI EUROPEI SI MOBILITANO PER SALVARE IL CIBO

Al mondo quasi un terzo del cibo prodotto va sprecato e la sua produzione pesa sul bilancio delle emissioni di carbonio.

In tal senso è necessario un cambio di rotta per risolvere quello che è un problema globale.

In Europa si moltiplicano le campagne per ridurre gli sprechi alimentari.

Il problema ha anche pesanti conseguenze sulla gestione dei rifiuti, l'insicurezza alimentare, la perdita di biodiversità e sull'inquinamento: se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe la terza fonte di emissioni di gas serra nel mondo.

Ogni anno, nella sola Unione europea, si generano 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, con costi associati stimati in 143 miliardi di euro.

La Commissione europea, nell'ambito della strategia Farm to Fork si è impegnata a dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare pro capite, sia a livello dei consumatori che della vendita al dettaglio.

Lo spreco di cibo si realizza in molte situazioni del nostro quotidiano e proprio da qui emergono alternative per limitarlo.

Usare il cibo "di scarto" per progetti educativi

Hanna e Theresa lavorano per Restlos Glücklich, un'organizzazione non profit tedesca che si batte per un consumo alimentare più sostenibile. Recuperano il cibo vicino alla data di scadenza o visivamente poco attraente per progetti educativi.

Nella loro sede, a Berlino, insegnano a cucinare un pasto buono e sano grazie al cibo recuperato. Mostrare come dare una nuova possibilità a ingredienti "sottovalutati" è anche un modo per ridurre la quantità di rifiuti alimentari, dice Hannah: "In tutta la Germania ogni anno vengono buttate via 18 milioni di tonnellate di cibo. Questo è assurdo. Noi ci battiamo perché questo cibo venga riutilizzato, perché venga rimesso in circolo e perché la gente capisca di cosa si tratta, quali effetti ha sul clima quando buttiamo via così tanto cibo ogni giorno".