Concluso il tour balcanico in Bosnia-Erzegovina

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha concluso ieri, 1 novembre 2023, il tour di quattro giorni nei Balcani Occidentali, arrivando fino in Bosnia-Erzegovina che dopo un anno sembra piano piano aver ottenuto un risultato concreto e vicino all’adesione all’UE. Infatti, è stata proprio questa l’occasione per confermare il sostegno europeo a Sarajevo, in quanto candidato ideale all’adesione UE dal 15 dicembre 2022, quando si sono avviati ufficialmente i negoziati. Come ha dichiarato la Presidente, però: “L’obiettivo dovrebbe essere quello di compiere progressi decisivi sulle 14 priorità-chiave”, come riforme di Stato di diritto, diritti fondamentali ed economia e amministrazione.

Fino ad ora la Bosnia-Erzegovina, nonostante la divisione interna rispetto alla Repubblica Sprska, è riuscita ad ottenere dei buoni passi avanti che ora dovranno essere concretizzati nell’attuazione di un pacchetto di tre leggi fondamentali: quella sui tribunali, quella sul conflitto d’interesse e quella sul riciclaggio di denaro sporco. Ovviamente, i risultati saranno importanti anche per i futuri stanziamenti messi in atto per il Piano di Crescita dei Balcani poiché nel caso non vi fosse riscontro positivo le risorse da sei miliardi di euro verranno redistribuite ad altri Paesi.

Insomma, senza progressi sulle riforme rimarranno in stallo i finanziamenti previsti per la Bosnia ed Erzegovina all’interno del pacchetto fondato su quattro pilastri. Il primo riguarda l’integrazione nelle dimensioni chiave del Mercato unico dell’Ue, il secondo è legato al completamento del Mercato regionale comune, il terzo si basa sul liberare il pieno potenziale economico attraverso riforme fondamentali sia sullo Stato di diritto sia in materia economica. E infine il pilastro del finanziamento da parte di Bruxelles: il pacchetto da 2 miliardi di euro in sovvenzioni e 4 in prestiti.

Aldilà delle provocazioni secessioniste, attualmente, l’ostacolo più grande rimane il non-allineamento alla politica estera dell’Unione e alle sanzioni internazionali contro il Cremlino che la presidenza tripartita ha abbracciato a causa dell’opposizione della parte serba. Dobik, presidente della Repubblica Srpska, ha recentemente viaggiato a Mosca per incontrare Putin, conferendogli già a gennaio l’Ordine della Repubblica Srpska, una delle più alte onorificenze da parte della presenza serba.