"CON LA PROCURA EUROPEA LA LOTTA ALLA CORRUZIONE SARÀ PIÙ EFFICIENTE"

L'Europa sta intensificando gli sforzi nella lotta alla corruzione, e presto la Procura europea (Eppo) sarà in grado di indagare sui reati che colpiscono il bilancio europeo negli Stati membri.

Questa è la domanda iniziale posta alla prima procuratrice capo europea, Laura Codruta Kövesi, nel corso di una intervista.

La Procura europea: parte della soluzione nella lotta alle frodi, ma non l'unica soluzione

L'Unione europea si sta apprestando a stanziare centinaia di miliardi di euro nel fondo per la ripresa e anche per il bilancio settennale europeo. Probabilmente qualche organizzazione criminale sta già pensando di mettere le mani su questi soldi, almeno in parte. Come potete proteggere questi fondi europei? E su quali settori, su quali progetti e su quali stati membri vi concentrerete?

"Se parliamo della nuova proposta di bilancio, dobbiamo prendere in considerazione poche semplici regole. Più soldi, più flessibilità, meno regole: questo potrebbe comportare un rischio maggiore di reati di frode in relazione a tali fondi. La Procura europea farà parte della soluzione, ma non rappresenterà l'unica soluzione. Ci sono diverse istituzioni nell'Unione europea che devono partecipare a questo sforzo comune per prevenire e combattere le frodi nei confronti dei fondi finanziari".

Pensa che ci sia un rischio sistemico di corruzione in Europa, e ha a che fare con i leader politici?

"La corruzione esiste in quasi tutti i paesi, e non solo nei paesi dell'Unione europea. Tuttavia, se parliamo del grado di corruzione nei diversi stati, dipende dal livello di coinvolgimento delle autorità locali. Detto questo, non possiamo dire che certi paesi sono molto corrotti e altri sono liberi dalla corruzione".

​L'Europa sta intensificando gli sforzi nella lotta alla corruzione, e presto la Procura europea (Eppo) sarà in grado di indagare sui reati che colpiscono il bilancio europeo negli Stati membri comune per prevenire e combattere le frodi nei confronti dei fondi finanziari".

Un'istituzione già minata dalle divisioni fra stati membri

Quali sono i principali ostacoli per quest'istituzione?

"Per prima cosa, parliamo della mancanza di risorse finanziarie e di bilancio. Questo sarebbe il primo ostacolo. Un altro ostacolo sarebbe un rinvio, e vorrei darle un esempio concreto. I procuratori europei dovevano essere nominati alla fine dell'anno scorso, ma ad oggi non sono ancora stati nominati. Non possiamo avere un collegio senza procuratori europei, e senza un collegio non possiamo definire il regolamento interno e il quadro normativo in cui funzionerà la Procura europea. Questa procedura è stata rinviata perché Malta non ha proposto un numero sufficiente di candidati ammissibili. Di conseguenza, da dicembre l'intero processo è stato ritardato. Spero che i procuratori europei saranno nominati il prima possibile".

Pensa che in Polonia e in Ungheria il rifiuto di far parte della Procura aumenterà il rischio di corruzione legata ai fondi europei?

"Non sono solo l'Ungheria e la Polonia. Ci sono anche la Svezia, la Danimarca e l'Irlanda. È difficile per me commentare sui motivi per i quali questi stati membri non hanno aderito all'Ufficio della Procura europea perché, dopo tutto, è una decisione politica, e io non posso commentare su questo. Indagheremo su alcuni reati commessi in relazione con questi stati membri, dai loro cittadini, o commessi sul territorio di questi Stati membri. Inoltre, collaboreremo con le autorità di questi stati e applicheremo gli strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale attualmente disponibili".

Una giustizia più efficiente e uguale per tutti

Ora, nella Repubblica Ceca, una società vicina al primo ministro è sotto inchiesta per presunto uso improprio di fondi europei. Lei si occuperebbe di questo caso?

"È molto difficile parlare di casi ipotetici perché bisogna applicare le competenze affidate alla Procura dalla regolamentazione. Le priorità d'indagine saranno stabilite dal Collegio, che sarà composto da 22 procuratori, uno per ogni Stato membro partecipante, e dalla procuratrice capo europea. È molto importante trattare tutti i casi di nostra competenza, indipendentemente dalla persona che commette questi reati o il luogo in cui sono stati commessi. Dopo tutto, il nostro ruolo in quanto procuratori, è di garantire che la giustizia sia applicata in modo uguale per tutti".