AFGHANISTAN: IL RISPETTO DELLE DONNE È CONDIZIONE DI DIALOGO

Andreas Von Brandt, l'ambasciatore Ue in Afghanistan, in audizione al Parlamento europeo si è espresso così:

"Dobbiamo insistere perché i talebani rispettino le loro promesse e sviluppino un Afghanistan moderato" e ha auspicato che il neo governo dei talebani sia "più inclusivo da tutti i punti di vista, non solo simbolico", ha.

"L'Ue sarà ferma rispetto alle condizioni poste" - ha precisato Von Brandt, aggiungendo che "il rispetto delle donne e delle bambine sarà una condizione per qualsiasi dialogo politico e interazione con i talebani e il nuovo governo, per garantire che i progressi degli ultimi 20 anni vengano salvaguardati".

In Afghanistan "c'è un vuoto politico sulla sicurezza, la popolazione ha dei dubbi sugli impegni annunciati dai talebani: ci sono casi di prepotenza e l'annuncio che le donne non potrebbero più occupare delle funzioni di spicco nel governo non fa che confermare ciò".

"Ci sono molte relazioni che riferiscono di classi separate per le donne e c'è anche un codice di abbigliamento - ha poi detto von Brandt. Sono segnalazioni provvisorie, ma dobbiamo fare in modo che prevalgano le forze moderate dei talebani".

Per le donne è una "lotta continua che c'era già prima e che dovrà essere accompagnata - ha poi concluso - hanno bisogno della nostra assistenza, è una lotta per la democrazia e il pluralismo che include tutte le forze".

"Ci sono forse dei nuovi talebani? Sarà il futuro a dircelo. Ideologicamente, religiosamente non sono cambiati, ma nello specifico delle loro politiche di governo, staremo a vedere". Andreas Von Brandt ha sottolineato come i talebani vogliano "avere dei rapporti con il mondo esterno" e come questo elemento sia "l'effetto leva" che l'Ue può usare.

"C'è una grande consapevolezza della necessità di essere di nuovo presenti sul terreno", ha poi spiegato l'ambasciatore rispetto ad un eventuale ritorno della rappresentanza diplomatica Ue in Afghanistan.

"Vedremo come e con quale capacità, ma abbiamo dei contatti a Doha e stiamo appurando le possibilità per rientrare", ha concluso.

"Le donne afghane sono scese coraggiosamente in piazza per chiedere diritti, parità, lavoro e la possibilità di non abbandonare i percorsi che sono stati intrapresi durante gli anni passati. Sappiamo che la repressione dei talebani si è abbattuta su di loro in maniera drammatica, violenta, in particolare nelle province, fuori da Kabul", ha precisato l'eurodeputata, Pina Picierno (Pd), intervenendo in Parlamento europeo.

"Oltre alla solidarietà scontata, credo che sia opportuno in questa fase mettere al centro dell'agenda europea un programma di protezione internazionale per le donne afgane - ha proseguito - chiedendo a tutti gli attori internazionali un monitoraggio costante che attivi anche dei corridoi umanitari per evitare azioni di vendetta sulle attiviste che sono rimaste in patria".

"Troppo spesso è mancata una voce compatta, comune in materia di difesa e di politica estera europea: invertiamo la tendenza, partendo dai diritti delle donne afgane che con il loro coraggio ci chiedono di non lasciarle sole anche quando i talebani cercheranno il dialogo e gli accordi commerciali", ha concluso.