8 MARZO 2021: PLENARIA DEL PARLAMENTO EUROPEO RENDE OMAGGIO ALLE DONNE CHE LAVORANO IN PRIMA LINEA E ALLE PERSONE PIÙ COLPITE DALLA PANDEMIA

Il Parlamento europeo celebra la giornata internazionale delle donne con l’apertura della sessione plenaria che inizia oggi pomeriggio.

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli terrà un discorso che sarà seguito dai videomessaggi della vicepresidente Usa Kamala Harris e dalla premier della Nuova Zelanda Jacinda Arden.

E’ previsto successivamente l'intervento della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

"Ogni anno, la Giornata internazionale della donna funge da campanello d'allarme", ha affermato l'eurodeputata Maria Arena, presidente della sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo, in occasione della Giornata internazionale della donna 2021, che ha poi sottolineato "quest'anno, segnato dalla pandemia Covid-19 ha esacerbato le disuguaglianze esistenti".

Arena ha affermato che le "donne subiscono abusi quando cercano di far sentire la loro voce" e che "questo attacco alla loro libertà di espressione è una tendenza preoccupante, dato il ruolo essenziale che le donne svolgono nella promozione e nella difesa dei diritti umani all'interno delle loro comunità".

"Oggi in Europa le donne guadagnano in media il 14,1% meno degli uomini. Dall'inizio del lockdown, ancor più violenze e femminicidi non conoscono soste. L'indignazione, scusate, non basta.

La violenza sulle donne diventi reato sanzionabile ovunque nello spazio europeo!". Così su Twitter il presidente del Parlamento europeo David Sassoli in occasione della giornata dell'8 marzo.

 

Sono meno di un terzo (il 28%) le donne dirigenti in Italia, che si posiziona quintultima nella classifica degli Stati membri per percentuale di quote rosa tra i manager nel terzo trimestre 2020. Lo rivela una serie di dati Eurostat, pubblicati oggi in occasione della Giornata internazionale delle donne.

Agli ultimi posti anche Lussemburgo e Malta (pure al 28%), Cipro (27%), Paesi Bassi (26%) e Croazia (24%). All’altro estremo, la quota maggiore di donne in posizioni manageriali è stata registrata in Lettonia (45%) e Polonia (44%), seguite da Bulgaria, Ungheria, Slovenia e Svezia (tutte al 42%). A livello europeo, le manager restano una minoranza: soltanto 3,3 milioni contro i 6,2 milioni di uomini, sebbene le donne rappresentino quasi la metà di tutti gli occupati nell'Ue (46%).

Va meglio nel campo dei servizi ad alta tecnologia e ad alta intensità di conoscenza: a livello regionale, le donne superano gli uomini e arrivano al 59%. In Italia, le Province autonome di Trento e Bolzano superano la media europea e hanno la percentuale più alta (rispettivamente 61% e 60%) di donne impiegate in questi settori. Maglia nera per Calabria (46%), Puglia (46.5%) e Campania (48%).

Però il divario occupazionale persiste ed è riscontrabile a tutti i livelli di istruzione. Dei lavoratori italiani con un’istruzione elevata, l'82% sono uomini e il 72% donne. Fra questo tipo di lavoratori il divario occupazionale in Europa è diminuito da 7,2 punti percentuali nel terzo trimestre del 2010 a 6,4 punti percentuali nel terzo trimestre del 2020. Più basso era il livello di istruzione, più ampio era il divario tra i tassi di occupazione per uomini e donne. Nel caso italiano, il 67% uomini contro il 35% donne per le persone con meno istruzione.

In generale, il tasso di occupazione fra gli adulti europei resta del 78,3% per gli uomini e del 66,6% per le donne.