Tra le priorità: migrazione, giovani e ricerca.
Consiglio, Parlamento e Commissione Ue hanno raggiunto un accordo di compromesso sul bilancio per il 2018, che vede un aumento, rispetto all'anno precedente, delle risorse volte al sostegno della crescita, della creazione di nuovi posti di lavoro e per affrontare la crisi migratoria.
Sono stati riservati all'occupazione giovanile 350 milioni di euro. Previsti invece più di 4 miliardi per la gestione della migrazione e in materia di sicurezza.
I deputati hanno stabilito il ripristino integrale dei bilanci inizialmente previsti per il Meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility - CEF), che finanzia progetti di infrastrutture, e per Horizon 2020, il programma di ricerca e innovazione.
Il Parlamento ha inoltre annullato tutti i tagli apportati dal Consiglio e reintegrato i livelli del 2016 per le voci di bilancio dello Strumento europeo di vicinato per i Paesi del Mediterraneo e per gli aiuti umanitari.
Nel complesso, gli impegni di spesa per il finanziamento di programmi pluriennali ammontano a 160,1 miliardi per il prossimo anno, rispetto ai 157,9 miliardi di quest'anno.
È stato inoltre deciso, conseguentemente al deterioramento in fatto di democrazia e diritti umani, di tagliare i fondi di 105 milioni di euro alla Turchia, e di congelarne altri 70. Un cambiamento netto, che aveva precedentemente visto l'Ue finanziare la Turchia per un ammontare di un miliardo di euro dal 2007 a oggi, per lo sviluppo delle sue istituzioni democratiche e della società civile. Questi finanziamenti rientrano nel progetto chiamato 'Pre-accession Assistance', dedicato ai paesi candidati ad entrare nell'Unione Europea.
Durante questo periodo, il governo turco ha avuto accesso ad altri finanziamenti, diretti verso altri settori. Nel complesso, dal 2007 al 2013 sono stati allocati per la Turchia 4,8 miliardi di Euro, più del 40 percento di tutti i fondi predisposti dall'Europa per la Pre-accession Assistance. Dura, su questo tema, la linea dell'Europarlamentare Ln Lorenzo Fontana: 'Dal nostro punto di vista non basta ridurre i fondi alla Turchia, bisogna azzerarli. Un regime che incarcera dissidenti e giornalisti, aizza gli islamici in Europa contro le stesse istituzioni europee, calpesta i diritti fondamentali, ha sollevato dubbi sul proprio appoggio indiretto all'Isis, non può né potrà mai essere Europa. In Europarlamento abbiamo chiesto, il 25 ottobre scorso, e torneremo a chiedere, di interrompere definitivamente il flusso di 10miliardi di euro che l'Ue vorrebbe elargire ad Ankara. Non ci bastano i compromessi, pretendiamo chiarezza'.