Il 7 agosto del 1974 alle ore 7:15 il funambolo francese Philippe Petit si accingeva all’impresa che gli avrebbe riservato un posto speciale nella memoria collettiva mondiale: la traversata a 400 metri d’altezza dello spazio che separava le due Torri Gemelle al World Trade Center di New York. Una “piccola” passeggiata di 45 minuti sopra un cavo d’acciaio spesso poco meno di 3 centimetri che l’ha reso noto, se già non fosse stato abbastanza conosciuto. Infatti, bisogna sapere che questa, nonostante sia la più famosa, non è stata la prima formidabile impresa dell’artista.
Il signor Petit è sempre stato fin da bambino, un artista a tutto tondo. Si era dedicato alla pittura, alla scultura, alla scherma, al teatro e pure all’equitazione, ma ciò che lo appassionava più di tutto nelle giornate di quiete era l’esercitazione come autodidatta per diventare giocoliere e funambolo. A causa delle sue passioni, tuttavia, fu cacciato da diverse scuole e proprio per questo motivo, ben consapevole del fatto che il suo futuro non gli avrebbe di certo riservato una carriera accademica, si dedicò a girare il mondo, mantenendosi come artista di strada o con piccoli furtarelli, spesso innocenti. Come spiega, per altro, lo stesso Philippe: «spesso restituivo la refurtiva: mi interessava rubare per la bellezza di farlo».
La sua fama comincia a partire dal 1971, anno in cui riuscì a tendere una corda tra i due campanili del Notre Dame. Mentre passeggiava tranquillamente su questa corda sospesa nel vuoto, centinaia di persone lo osservavano ammirate e piene di stupore. Sicuramente anche la polizia deve essere rimasta di stucco, ma poco dopo aveva avuto la fortuna di far miglior conoscenza dell’artista con il suo arresto!
Comunque, non fu il suo primo arresto, né tanto meno l’ultimo, vista la sua ricca esperienza di promenades en plein air sul vuoto. Attraversò i piloni dell’Harbour Bridge a Sidney, le cascate del Niagara, le guglie della cattedrale di Laon e anche una fune tesa in diagonale per arrivare al secondo piano della Tour Eiffel (che, per chi non lo sapesse, dista 115 metri dal suolo).
Come se non bastasse, a questo Philippe vi aggiunse un’impresa più che mostruosa, come dicevamo la traversata delle Torri Gemelle. Raggiungendo i 400 metri d’altezza, Petit attraversò i 42,5 metri che separavano le due torri per ben otto volte, facendo avanti e indietro, seguendo il piano e le misure progettati da lui stesso. Alla fine di questa esibizione clandestina (come tutte le altre d’altronde), il grande artista fu ancora una volta arrestato, ma vista la risonanza mediatica avuta, il procuratore distrettuale fece cadere le accuse e per evitargli la condanna lo obbligò ad esibirsi per i bambini a Central Park.
Dopo tutto questo, la rilevanza del grande artista poliedrico divenne mondiale e Petit decise di scrivere un libro sulla sua più grande impresa, “Toccare le nuvole” da cui nel 2008 fu tratto il documentario “Man on Wire”, che ha ricevuto diversi premi come miglior documentario, tra cui un Oscar. Nel 2015, invece, è uscito il film “The Walk” (disponibile su Netflix, per chi volesse vederlo!), diretto da Robert Zemeckis, l’eccelso regista di Forrest Gump, dove Philippe Petit è interpretato dall’attore Joseph Gordon-Levitt, presente in Inception e 500 Giorni insieme.