L'alto mare è sottoposto a pressioni sempre maggiori a causa dell'inquinamento, dello sfruttamento eccessivo, dei cambiamenti climatici e della riduzione della biodiversità. Esso offre all'umanità inestimabili benefici ecologici, economici, sociali e di sicurezza alimentare e deve essere protetto con la massima urgenza.
Di fronte a questa situazione e le nuove sfide emergenti, la maggioranza degli Stati ha convenuto sulla necessità di un trattato sull'alto mare, che assume la forma di un nuovo accordo di attuazione nell'ambito della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), al fine di proteggere e utilizzare in modo sostenibile le risorse. L'accordo porterà a una gestione olistica delle attività svolte in alto mare. seguendo i principi di cooperazione, di protezione dell'ambiente marino e il dovere di effettuare una valutazione preliminare dell'impatto delle attività.
In data 5 marzo si sono conclusi i negoziati globali su tale trattato, il quale consentirà di istituire su larga scala aree marine protette in alto mare, necessarie anche per rispettare l'impegno mondiale assunto nel dicembre scorso dall'accordo sul quadro globale di Kunming-Montréal al fine di proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030 (in particolare dell'obiettivo di sviluppo sostenibile 14 "la vita sott'acqua"). Il nuovo accordo di attuazione è il terzo di questo tipo, dopo gli accordi specifici sull'estrazione mineraria dei fondi marini (1994) e sulla gestione degli stock ittici transzonali e altamente migratori (1995). Esso è stato concordato in occasione della 5a conferenza intergovernativa di New York ed è il frutto di un impegno globale protrattosi per oltre un decennio nel tentativo di trovare soluzioni a questo importante problema ambientale di portata mondiale. L'UE e i suoi Stati membri hanno guidato la coalizione di ambizione elevata della BBNJ (High Ambition Coalition), la quale ha rivestito un ruolo cruciale nel raggiungimento dell'accordo e che riunisce 52 paesi impegnati, al più alto livello politico, nella realizzazione di azioni ambiziose finalizzate alla protezione degli oceani. La coalizione era stata istituita a Brest in occasione dello One Ocean Summit 2022 dalla presidente von der Leyen insieme alla presidenza francese del Consiglio.
Per la prima volta, il trattato imporrà anche una valutazione dell'impatto delle attività economiche sulla biodiversità in alto mare. La partecipazione dei paesi in via di sviluppo al nuovo trattato e alla sua attuazione sarà sostenuta mediante una forte componente di sviluppo di capacità e trasferimento di tecnologie marine, finanziata da varie fonti pubbliche e private e da un meccanismo equo per la condivisione dei potenziali benefici delle risorse genetiche marine. L'UE si adopererà per garantire che ciò avvenga in tempi rapidi e per aiutare i paesi in via di sviluppo a prepararsi all'attuazione dell'accordo. A tal fine l'UE si è impegnata a stanziare 40 milioni di € nell'ambito di un programma globale per gli oceani e ha invitato i membri della coalizione di ambizione elevata a fare altrettanto nei limiti delle loro capacità.
L'adozione formale del trattato avrà luogo una volta completata la revisione giuridica nelle lingue delle Nazioni Unite.
"Un momento storico per i nostri oceani. Oggi è stato raggiunto il culmine di oltre un decennio di lavori preparatori e di negoziati internazionali in cui l'UE ha svolto un ruolo chiave. Con l'accordo sul trattato delle Nazioni Unite sull'alto mare si compie un passo avanti fondamentale per preservare la vita marina e la biodiversità, elementi essenziali per noi e per le generazioni future. L'accordo dimostra anche l'importanza della cooperazione multilaterale rafforzata con i nostri partner e costituisce una risorsa importante per realizzare l'obiettivo della COP 15: la protezione del 30% degli oceani. Sono particolarmente orgoglioso del risultato ottenuto."
- Virginijus Sinkevičius, Commissario per l'Ambiente, gli oceani e la pesca
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