I sindacati europei dell'Etuc hanno lanciato in data 14 Febbraio la loro campagna, annunciando la richiesta di aumentare i salari in Europa con l'obiettivo di aumentare la domanda interna e quindi rafforzare la crescita, ridurre il dumping tra i Paesi Ue e rispondere così anche all'esclusione sociale
La Commissione Ue ha già sottolineato a tal proposito la necessità di far crescere le buste paga nel rapporto annuale sulla crescita. 'Un aumento dei salari non è un sogno', ha dichiarato il segretario generale dell'Etuc Luca Visentini, 'la Commissione Ue può aiutare molto insieme agli stati membri', tanto più che si tratta di un'indicazione evidenziata non solo dalle analisi di Bruxelles ma anche in quelle di Fmi e Ocse.
Proprio il giorno prima, in occasione delle previsioni economiche d'inverno Ue, il segretario generale ha incontrato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici: da parte sua ha riscontrato 'grande apertura' e la volontà di agire soprattutto in alcuni ambiti strategici e urgentissimi come salari e investimenti già a partire dal vertice Ue di Roma.
Per la Confederazione dei sindacati europei l'aumento degli stipendi non deve avvenire solo tramite la crescita del salario minimo, ma passare anche per la contrattazione collettiva o quanto meno per quella settoriale.
L'obiettivo dell'Etuc è che la raccomandazione di Bruxelles ad aumentare i salari venga estesa, oltre ai Paesi con spazio fiscale come la Germania, anche a quelli come non solo la Polonia dove c'è uno scarto del 40% tra competitività dei salari e produttività ma anche Spagna, Italia o Portogallo dove il margine è minore ma comunque c'è.
Sebbene la Commissione Ue non possa cambiare il Patto di stabilità, ha sottolineato Visentini dopo il colloquio con Moscovici, la sua intenzione e quella del presidente Juncker è di 'forzare quanto più possibile le sue maglie per generare sviluppo e investimenti'. Perché, tra l'altro, 'dove il malcontento è maggiore non è dove ci sono più migranti ma dove i salari sono più bassi e l'esclusione sociale è elevata': è quindi qui che 'possiamo intervenire' per far fronte al rischio populismo, un aspetto su cui, assicura il segretario dell'Etuc, 'c'è massima consapevolezza da parte delle istituzioni europee'.