Il 4 novembre 2023, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è giunta in visita a Kiev dove ha incontrato il Presidente Zelensky insieme ai rappresentanti politici del Paese per portare avanti le trattative di adesione all’UE dell’Ucraina, prima del report che si terrà a Bruxelles.
In questa sesta visita dall’inizio dell’invasione russa, la Presidente è stata accolta già alla stazione ferroviaria di Kiev dal Presidente per poi prendere parte alle celebrazioni organizzate da coloro che principalmente operano alle ferrovie ucraine. Come la von der Leyen stessa ha affermato, si parlerà prevalentemente della posizione di Paese candidato all’adesione, oltre che del sostegno finanziario e militare a Kiev e del dodicesimo pacchetto di sanzioni contro Mosca.
Proprio martedì prossimo, la Commissione presenterà il tradizionale pacchetto sull’allargamento che rivelerà i rapporti sui progressi ottenuti da tutti i Paesi con status di candidati e l’esecutivo, questa volta, potrebbe anche procedere con l’avvio dei negoziati con Kiev per passare alla fase successiva dell’iter e perciò allineare l’ordinamento nazionale ucraino a quello comunitario. Ovviamente, l’ultimo passaggio comporterà una serie di riforme da attuare, in particolare per quanto riguarda la lotta alla corruzione e la protezione delle minoranze che serviranno ad ultimare il rapporto sull’Ucraina. "Voglio dirvi quanto siamo impressionati dalle riforme che avete fatto mentre state combattendo una guerra esistenziale", ha sottolineato von der Leyen durante la conferenza stampa con Zelensky, dicendosi "fiduciosa" che completando le riforme l'Ucraina possa "passare alla fase successiva del processo di adesione".
Aldilà dei progressi ottenuti, la von der Leyen ha di nuovo ripetuto l’impegno europeo nel contrasto all’invasione russa, affermando: "La prossima settimana presenteremo il nostro dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia […] Le nuove sanzioni toccheranno fino a cento nuovi individui coinvolti nell'aggressione all'Ucraina, nuovi divieti di import ed export, azioni per inasprire il tetto al prezzo del petrolio e misure severe nei confronti delle società di Paesi terzi che eludono le sanzioni”.