Nonostante i grandi vantaggi procurati dalla rivoluzione della prenotazione via app, come Booking, Airbnb, Expedia e Tripadvisor – per citare le più virali – per ospiti e turisti nazionali e internazionali che possono aspettarsi di organizzare i propri soggiorni comodamente dal divano di casa, i pericoli sono giusto dietro l’angolo. Chiaramente, è molto facile incappare nella truffa o negli attualissimi sovrapprezzi da capogiro che tanto sembrano tentare l’onestà degli affittuari. In particolare, a parlarne è la relatrice per il Parlamento europeo, Kim Van Sparrentak, la quale ha tenuto a sottolineare che il proliferare degli affitti illegali a breve termine rende le città europee "più difficili da vivere e meno accessibili".
Proprio per questi motivi, oltre alla grande portata dei servizi di alloggi a breve termine in costante aumento, il Parlamento ha approvato alla fine del mese di febbraio una serie di norme mirate a rendere il settore responsabile e trasparente con 493 voti favorevoli, cercando di affrontare anche la grande frammentarietà del mercato UE, attraversato da normative estremamente divergenti.
Tra le varie disposizioni suggerite nel nuovo provvedimento definitivo – che aspetta soltanto l’approvazione degli Stati membri – si prevede l’obbligo di registrazione dei bed and breakfast, la condivisione dei dati dei pernottamenti con le autorità locali, insieme alla raccolta di tutti dati dei locatori che usano piattaforme online. Con una procedura di registrazione online, le autorità avranno la possibilità di identificare host, unità e di verificare le informazioni fornite che dovranno essere accurate e complete. Verranno effettuati, inoltre, controlli casuali periodici per verificare il rispetto delle leggi.
Tutti i dati relativi alle piattaforme (numero di notti prenotate, numero di ospiti, indirizzo specifico, numero di registrazione, url dell’alloggio) verranno inseriti su base mensile in un unico punto d’accesso digitale, creato dagli stessi Stati membri con la possibilità di tenersi aggiornati riguardo la veridicità delle informazioni. Così l’UE tenta di creare la protezione necessaria ai turisti e agli interessi delle comunità locali, ma prima il nuovo regolamento dovrà essere adottato dal Consiglio e infine entrerà in vigore dopo due anni.