Domenica 29 settembre sarà l’ultimo giorno per visitare la Mostra NaturArchy, aperta il 24 maggio all'Art Center for Digital Cultures & Technology (iMAL) di Bruxelles allo scopo di ripensare il rapporto dell’uomo con la Natura tramite la commistione di arte e scienza.
NaturArchia è il tema della quarta edizione di Resonances, l’iniziativa di punta del JRC in cui si promuove la collaborazione tra artisti, scienziati e politici. Ma perché NaturArchia? La curatrice, Claudia Schnugg, ci dice:
“NaturArchy è al centro di ciò su cui la società e la cultura, in particolare qui in Europa, devono lavorare in questo momento. Abbiamo parlato di sfide globali, cambiamenti climatici, di come ripensare le azioni, di come ripensare il comportamento dei consumatori o di cosa dovrebbe fare l'industria. Ma penso che al centro riguardi davvero il modo in cui ci relazioniamo con l'ambiente, come relazionarci con i non umani e con coloro che non possono parlare per sé stessi, ma anche con altre culture e altri sistemi di valori. E penso che NaturArchy comprenda tutto questo. Ed è incorporato nel processo decisionale e nella legge, che ritengo anch'esso centrale”.
DNA, polvere di stelle, montagne, mari, alberi… e se invece di essere oggetti fossero soggetti? La Mostra esplora come fornire alla Natura un vero e proprio contratto che garantisca, alle sue numerose meraviglie, pieni diritti giuridici re - immaginando la relazione occidentale tra umano e non umano.
Gli argomenti principali di NaturArchy sono:
- Nature and Law
- Decentering the Human
- Techno Green
- Changing the Ground
- Circular Gaia
“Noi dominiamo e ci appropriamo [della natura]... Il nostro rapporto fondamentale con gli oggetti si riduce alla guerra e alla proprietà”.
Michel Serres, 1995, Il contratto naturale
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