Il 5 ottobre 2023, è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura di quest’anno allo scrittore norvegese Jon Fosse. Ormai, da anni il suo nome svettava nella lista dei papabili al Nobel, ma Fosse ha confessato che, sebbene si preparasse da molto a questo picco di carriera che sembrava non arrivare mai, la sorpresa è stata comunque impareggiabile. Certo, si era preparato anche all’eventualità di rimanere a mani vuote, ma la felicità ha sicuramente avuto la meglio.
Fosse ha, infatti, dichiarato all'emittente norvegese TV2: "Sono abituato alla suspense ed ero anche abituato a non ottenere il premio. Mi ero però preparato mentalmente alla felice evenienza nell'ultimo decennio. Oggi è stato un po' inaspettato per me l'annuncio. Non si arriva più in alto del Premio Nobel. Dopo di esso, è tutto in discesa".
In seguito alla sua laurea in letterature comparate all’università di Bergen, Jon Fosse non ha perso nemmeno un momento e si è subito dedicato alla scrittura, divenendo addirittura insegnante all’Accademia di scrittura di Hordaland. Proprio per questo motivo, rimane uno degli scrittori più prolifici al mondo, oltre ad essere un intellettuale veramente poliedrico. Il suo esordio avvenuto nel 1983 con il romanzo "Raudt, svart" ("Rosso, nero"), ha semplicemente aperto la strada ad una sperimentazione di generi letterari senza confini dalla narrativa breve alla poesia, dalla saggistica alla letteratura per l’infanzia, fino ad arrivare alla drammaturgia contemporanea e fino a diventarne una delle voci più autorevoli, tanto da guadagnarsi il titolo di “Samuel Beckett del XXI secolo”.
La notorietà non gli è nuova, tuttavia. I primi riconoscimenti arrivano per Fosse già a partire dal 1996, quando ottiene per la prima volta il Premio Internazionale Henrik Ibsen, così come tantissimi altri negli anni a venire. I testi teatrali sono stati messi in scena in tutto il mondo e sono stati soprattutto amati per il fatto che Fosse è riuscito a farsi interprete di una serie di disagi, preoccupazioni e ostacoli comunicativi che sono tutti prodotti della nostra epoca. Il drammaturgo norvegese riesce a fare tutto questo attraverso un linguaggio scarno e crudo che veicola in maniera veramente efficace le contraddizioni della comunicazione e del linguaggio.
Non ci resta altro che congratularci con Jon Fosse per aver ottenuto la più alta pietra miliare della sua carriera e invitarvi a buttare un’occhiata alle sue opere che qui in Italia fino ad oggi godevano certamente di un proprio spazio autonomo, ma forse non così ampio come meriterebbero.