Questa è la storia del dottor Henriksen, giovane scienziato che fin da subito non si è lasciato prendere dal timore di sporcarsi le mani e che armato di fidati stivali di gomma ha studiato i nutrienti del suolo nei campi di orzo e patate nella sua amata Danimarca. Da questo momento Henriksen ha tenuto importanti corsi universitari sulla silvicoltura e sull’orticoltura, senza lasciare da parte questioni legate alla ricerca degli alimenti migliori per la salute pubblica e al buon funzionamento della produzione alimentare.
Come ha affermato Henriksen “Il nostro sistema alimentare oggi ha un enorme impatto sull’ambiente, sulla biodiversità, sul suolo e sulle risorse idriche” e in effetti dai dati ricevuti non si può far altro che allarmarsi. La produzione alimentare vigente è responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, contribuisce a distruggere specie ed ecosistemi ed è una delle ragioni principali per cui più della metà degli adulti nell’UE è in sovrappeso.
A causa di queste minacce, Henriksen nella sua spinta al miglioramento dirige un progetto di ricerca che si è accaparrato un finanziamento dall’UE per coinvolgere i cittadini europei, che siano bambini, adulti o più nello specifico agricoltori e rappresentanti del settore alimentare affinché si possa ottenere l’abbandono di una produzione industrializzata e incentrata soprattutto sul bestiame. Il progetto CLEVERFOOD, iniziato nel gennaio 2023 avrà termine entro la fine del 2026 e cercherà di trovare una soluzione efficace per produrre cibo a minor impatto ambientale e al tempo stesso gustoso e sano.
Il risultato sperato richiede però un cambiamento consistente e capace di coinvolgere più fronti diversi. Innanzitutto, occorrerebbe modificare le abitudini dei consumatori, implementare la produzione locale, ridurre il consumo di acqua ed energia, riciclare i nutrienti, garantire l’assenza di spreco, ridurre i rifiuti di imballaggio e infine creare un quadro istituzionale che stimoli e coltivi il cambiamento. A dare una mano, interviene anche il progetto FOSTER di Pasch che ha ipotizzato la creazione di un sistema alimentare complesso che comprende un gran numero di persone coinvolte nella produzione, lavorazione, conservazione, vendita, consumo e smaltimento del cibo.
Questi progetti, insieme a tanti altri, sono parte del Green Deal europeo che ha l’obiettivo di rendere l’UE neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. È proprio l’iniziativa Food 2030 a tracciare la strada da seguire per adottare fisicamente la strategia Farm to Fork, dando ascolto a tutti i dati scientifici in nostro possesso.