Summer of Solidarity - Un progetto per rimanere insieme

“Quest’estate in Europa sarà come nessun’altra. Ci troviamo in un momento confuso. Un misto di shock, traumi, incertezza, lotte e lo sguardo in avanti. Con la pandemia sono arrivati dolore, paura, restrizioni, frammentazione del nostro spazio. I paesi si sono autoisolati e ora, con la graduale riapertura dei confini, il nostro continente si trova in crisi economica. Il virus ha reso evidente la fragilità della nostra società. Quest’estate noi non viaggeremo molto, ma possiamo condividere e ascoltare storie, esperienze, ricordi, vite altrui. Questo è il momento di esplorare. Vogliamo costruire una grande rete di narrazione, vivida, che faccia luce sulle persone, che si rivolga ai giovani ed esplori percorsi che le notizie non battono”. Questo si legge nel manifesto del progetto Summer of Solidarity, un’iniziativa che mira a creare un mosaico gigantesco di storie da tutta Europa da diffondere in un viaggio virtuale lungo tutto il continente.

Il lodevole scopo è documentare in maniera spontanea e dal basso un’estate particolare per l’Europa. Unendo cultura, giornalismo e società, Summer of Solidarity è nato in tre settimane di lavoro da un team di nove persone, tra project manager (Juli Simond), vari editor e video editor, spinto tre parole chiave: partecipazione, storytelling e connessione.

Oggi il progetto si conclude, non è più possibile partecipare personalmente, ma possiamo goderci storie raccolte provenienti da tutta Europa, come quella di Bjørk Sigurdsdóttir Lamhauge, da Tórshavn, la capitale delle isole Fær Øer, 22mila abitanti e un legame forte con la tradizione, la pesca e l’agricoltura; Lady Soares, che racconta di come suonare il violoncello l’abbia fatta sentire realizzata a Lisbona, in un quartiere difficile; Léo Batta, con il suo attivismo politico a Marsiglia a favore di una società più equa; Emilia Uustalu, una commessa di Tallinn; Rami Chumber, nato a Oslo da padre marocchino e madre indiana; Teodora Miladinović, che vive con preoccupazione a Belgrado, tra povertà e poche opportunità lavorative; Riddhi Kanetkar, che si trasferì a Londra all’età di 7 anni e durante il lockdown ha sofferto molto; Alex White, che a Bruxelles ha riscoperto la passione per il popolare videogioco calcistico FIFA; Jetmir Idrizi, che in meno di un minuto ha dipinto le problematiche della comunità LGBT a Berlino, e molto altro ancora tra fotografie e testimonianze.