LAVORO ILLEGALE E MIGRAZIONE

Il lavoro illegale è un incentivo chiave per la migrazione irregolare; crea danni sia dal punto di vista umano che economico, esponendo le persone a rischi di sfruttamento, causando perdite nelle finanze pubbliche e limitando i diritti individuali e sociali.

La direttiva sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro fornisce un quadro giuridico europeo per prevenire e contrastare il lavoro illegale dei migranti irregolari.

La relazione individua azioni che mirano a migliorare la messa in pratica della direttiva, per affrontare l'uso inefficiente da parte degli Stati membri delle norme sulle sanzioni, delle misure di protezione e delle ispezioni volte a individuare i datori di lavoro che commettono abusi e proteggere i migranti dallo sfruttamento.

Per aiutare gli Stati membri a migliorare l'attuazione delle norme dell'UE stabilite di comune accordo, la Commissione intende: promuovere il dialogo con le autorità degli Stati membri e i portatori di interessi, anche attraverso il rilancio, nel 2021, del gruppo di esperti ad hoc sulla migrazione irregolare previsto dalla direttiva sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro; sostenere la condivisione di buone prassi collaborando con i portatori di interessi, quali le autorità nazionali del lavoro e quelle competenti per l'immigrazione, i sindacati, le organizzazioni della società civile, le parti sociali, le organizzazioni internazionali e la piattaforma europea contro il lavoro non dichiarato; monitorare l'attuazione della direttiva in maniera continua e concentrarsi sulla sua effettiva applicazione, avviando, se del caso, procedure di infrazione.

Entro la fine del 2022 la Commissione attuerà le misure presentate nella comunicazione e riferirà sui risultati raggiunti nella prossima relazione di attuazione, prevista al più tardi nel 2024. Alla luce dei progressi compiuti, la Commissione valuterà se siano giustificate modifiche del quadro giuridico esistente.

L'insieme delle proposte è una delle azioni di follow-up del patto annunciate lo scorso settembre.

Oltre ai dati forniti nella relazione sulla migrazione e l'asilo, sono disponibili nuove statistiche sulla pagina web dedicata aggiornata il 29 settembre.

Dati recenti confermano che la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla migrazione nel 2020, che, rispetto all'anno precedente, ha visto un calo sia degli arrivi legali che di quelli irregolari.

I dati provvisori mostrano che la popolazione dell'UE si è ridotta di circa 300 000 persone nel 2020, in parte a causa della minore migrazione netta ma anche a causa dell'aumento del numero di decessi dovuti alla pandemia.

Il calo degli arrivi nel 2020 è stato temporaneo, come indicano i dati disponibili per il 2021 che segnalano un aumento rispetto all'anno precedente.

È il caso, in particolare, degli arrivi irregolari lungo le rotte del Mediterraneo centrale, del Mediterraneo occidentale e delle frontiere orientali (dalla Bielorussia). Gli Stati membri hanno continuato a smaltire gli arretrati relativi alla gestione delle domande d'asilo: alla fine di giugno, le domande in sospeso nell'UE erano circa 700 000, il livello più basso dalla metà del 2015.

(Fonte Commissione Europea)