IL RECOVERY FUND SARÀ A DISPOSIZIONE DI TUTTI GLI STATI MEMBRI

In apertura della plenaria dell’Europarlamento tenutasi il 13 maggio scorso, Ursula von der Leyen ne ha descritto le linee programmatiche:

“Il Recovery Fund sarà a disposizione di tutti gli stati membri, ma si concentrerà in particolare sulle aree dell’Unione europea più colpite dalla crisi”.

Sovvenzioni a fondo perduto e garanzie degli Stati membri UE.

In questo modo il Recovery Instrument, il quarto pilastro del pacchetto anti-crisi della Commissione europea, comincia a prendere forma.

Ursula von der Leyen ne ha anticipato nella sostanza l’architettura.

Il nuovo fondo “a breve termine” (Recovery Fund), pensato per i primi anni della ripresa economica (probabilmente 2021-2022), concederà ‘sovvenzioni’ a fondo perduto agli Stati, ha confermato la presidente della Commissione europea senza però specificare se saranno in misura maggiore rispetto ai prestiti.

L’idea è quella di ancorare il fondo di ripresa al prossimo bilancio pluriennale dell’UE (2021-2027) attraverso un aumento del cosiddetto ‘headroom’, un margine di manovra che, fissando l’importo massimo di denaro che la Commissione può prendere in prestito sui mercati attraverso la garanzia degli Stati membri.

Tale strumento includerà la possibilità di anticipare una parte dell’investimento già quest’anno, “utilizzando modelli di finanziamento basati su garanzie nazionali” e tutti i fondi per la ripresa, ha precisato la presidente, saranno convogliati agli stati membri attraverso i programmi dell’Unione europea e per questo, ha ribadito precisa di fronte agli europarlamentari, “il Parlamento europeo avrà la stessa voce in capitolo su come vengono spesi i fondi di recupero e su come viene speso il bilancio europeo”.

La presidente inoltre ha confermato l’intenzione di inserire nel bilancio un paniere di nuove risorse proprie dell’Unione europea, senza specificare in quale misura.

In quale maniera saranno spesi i fondi:

 

In primo luogo, il Recovery Fund sarà messo a disposizione di tutti gli stati membri, concentrandosi però in particolare sulle aree dell’Unione che sono state maggiormente colpite dalla crisi.

La maggior parte delle risorse sarà investito in un nuovo strumento che sarà creato “per finanziare investimenti pubblici e riforme chiave negli stati membri in linea con le nostre priorità europee”. A queste risorse si aggiungerà inoltre un aumento dei fondi destinati alla coesione all’interno del Bilancio pluriennale.

Una parte di questi fondi sarà utilizzata per aiutare gli investimenti privati a riprendere vita: “Creeremo un nuovo Fondo strategico d’investimento, che aiuterà a investire in catene di valore chiave cruciali per l’autonomia” dell’UE, per esempio nel comparto farmaceutico.

Dato che l’Europa ha bisogno “di aziende sane in cui investire”, la Commissione proporrà anche un “nuovo strumento di solvibilità” per aiutare le esigenze di ricapitalizzazione delle aziende sane che sono state messe a rischio a causa della crisi.

Inoltre saranno rafforzati i programmi che sono stati sfruttati di più nel corso della crisi, come RescEU o Horizon Europe.

Questa, ad avviso della Von der Leyen, è la risposta di cui l’Europa ha bisogno, che si andrà ad aggiungere agli altri tre pilastri del pacchetto anticrisi approvati dal Consiglio europeo lo scorso 23 aprile, che comprende il programma SURE, contro la disoccupazione; i finanziamenti della Banca europea per gli investimenti; e il ricorso, volontario, al Meccanismo europeo di stabilità (MES) per le spese sanitarie dirette o indirette.

Saranno necessari anni e il prezzo da pagare per la ripresa economica dell’Unione europea, gravata dal Coronavirus, sarà un aumento del debito.

“Se dobbiamo comunque aumentare il debito per sostenere la ripresa, sottolinea Von der Leyen, il minimo che possiamo fare è investire in una economia del futuro, moderna e pulita”.