Nel settembre 2020 è stato proposto il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, una serie di regolamenti e politiche per rendere più sostenibile ed efficiente il processo di migrazione per l’Unione europea. L’obiettivo è quello di normalizzare e gestire a lungo termine la situazione migratoria fornendo agli Stati membri maggiore chiarezza d’azione e condizioni dignitose per le persone sfortunatamente coinvolte in modo tale da stabilire una maggiore solidarietà tra paesi e da garantire il rispetto dei diritti umani.
Grazie al patto si sono prodotti diversi risultati:
- Meccanismo di preparazione e gestione delle crisi legate alla migrazione che ha sviluppato un sistema di allerta precoce per individuare situazioni migratorie in maniera rapida in modo da ottenere una pronta risposta.
- Raccomandazione sulla cooperazione e sulla solidarietà tra Stati in materia di salvataggio e sulla non criminalizzazione delle operazioni umanitarie SAR.
- Sostituzione dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo con l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) per la convergenza delle pratiche d’asilo e accoglienza.
- Nominazione del 2 marzo 2022 del Coordinatore per i rimpatri.
- Meccanismo volontario di solidarietà del 22 giugno 2022.
Giovedì 8 giugno 2023, il Consiglio Affari interni a Lussemburgo ha trovato un primo punto d’accordo sulle nuove regole incentrate su due particolari problematiche: la revisione delle procedure d’asilo e la gestione dell’asilo e della migrazione. Questo nuovo passo permetterà agli Stati di concedere o revocare la protezione internazionale (procedura che verrà uniformata per tutta l’UE) nel caso di un’eccedenza massima di arrivi. I Paesi di primo ingresso potranno, quindi, contare su Paesi terzi non di origine verso i quali portare i migranti espulsi. I Paesi terzi dovranno essere individuati e dovranno corrispondere a una serie di requisiti richiesti, oltre a stabilire un legame logico con il richiedente.
È stata al tempo stesso introdotta una quota annuale di posti da ripartire in ogni paese, tenendo conto del PIL e della popolazione di ognuno di essi, con un bacino di 30mila ricollocamenti annui attuati in maniera graduale, a cui gli Stati membri possono decidere di non partecipare a patto di pagare una cifra stabilita di circa 20mila euro per ogni migrante non accolto.
Perciò, attraverso un “meccanismo di solidarietà obbligatoria … si garantirà sostegno comune agli Stati membri più esposti alle pressioni migratorie, portando nel lungo periodo benefici a tutti gli Stati membri quando si ridurranno i movimenti secondari” afferma Maria Malmer Stenergard, Ministra della Migrazione della Svezia.