La scorsa settimana la Commissione europea, assieme alle autorità nazionali di tutela dei consumatori, ha pubblicato i risultati di uno screening sui siti web delle imprese sul tema del greenwashing, un termine che identifica il comportamento di chi millanta un impegno ambientale che non c’è.
L'indagine a tappeto ha analizzato le affermazioni ecologiche online delle imprese di vari settori economici, quali abbigliamento, cosmetici e elettrodomestici e secondo chi ha indagato nel 42% dei casi vi era motivo di ritenere che le affermazioni fossero esagerate, false o ingannevoli e potessero potenzialmente configurare pratiche commerciali sleali a norma del diritto dell'UE.
Dal momento che un numero crescente di consumatori vuole acquistare prodotti rispettosi dell'ambiente, il "greenwashing" è aumentato, ed è sicuramente una pratica in crescita.
Dopo lo screening generale la Commissione e le autorità di tutela dei consumatori hanno approfondito 344 affermazioni apparentemente dubbie, rilevando che in oltre la metà dei casi, il commerciante non aveva fornito ai consumatori informazioni sufficienti per valutare la veridicità dell'affermazione e nel 37% dei casi, l'affermazione conteneva formulazioni vaghe e generiche miranti a suscitare nei consumatori l'impressione di un prodotto senza impatto negativo sull'ambiente, anche se ciò non corrispondeva a realtà. Nel 59% dei casi poi, il commerciante non aveva fornito elementi facilmente accessibili a sostegno delle sue affermazioni.
Nel complesso, nel 42% dei casi le autorità hanno avuto motivo di ritenere che l'affermazione potesse essere falsa o ingannevole e potesse potenzialmente configurare una pratica commerciale sleale a norma della direttiva sulle pratiche commerciali sleali.
Le autorità nazionali ora contatteranno le imprese interessate per segnalare i problemi riscontrati e se necessario garantire che siano risolti.
I risultati di questa indagine inoltre confluiranno nella valutazione d'impatto che sarà redatta per la nuova proposta legislativa volta a dotare i consumatori dei mezzi per la transizione verde, proposta annunciata nella nuova agenda per i consumatori.
Questo screening è una delle numerose iniziative intraprese dalla Commissione per dotare i consumatori dei mezzi per compiere scelte più sostenibili; ad esso si affiancano gli impegni per un consumo più verde (i primi sono stati sottoscritti il 25 gennaio scorso) e la proposta legislativa per rafforzare il ruolo dei consumatori nella transizione verde, che mira a garantire ai consumatori informazioni migliori sulla sostenibilità dei prodotti e una maggiore protezione contro pratiche quali appunto il "greenwashing" e l'obsolescenza precoce.