Il Parlamento EU e la Presidenza del Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sul futuro finanziamento dell’UE
Nel pomeriggio di ieri, martedì 10 novembre, a seguito di numerosi negoziati, sono state concordate con la Presidenza del Consiglio le linee guida per un accordo sul prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP 2021-2027 - MFF in inglese) e sulle nuove risorse proprie. Il compromesso è in attesa di approvazione da entrambe le istituzioni.
Il Parlamento ha ottenuto, nel compromesso, 16 miliardi di euro per i programmi chiave. La gran parte di esse, 15 miliardi di euro, rafforzeranno i programmi faro dell’Unione per sostenere e salvaguardare i cittadini dall'attuale pandemia, fornire maggiori opportunità alla prossima generazione e custodire i valori europei, il miliardo di euro che resta sarà tenuto per aumentare la flessibilità di bilancio per affrontare nuove possibili esigenze e crisi future.
“Grazie a questo compromesso, in termini reali, il Parlamento europeo, tra l'altro, triplica la dotazione per EU4Health, garantisce l'equivalente di un anno supplementare di finanziamento per Erasmus+ e assicura che i finanziamenti per la ricerca continuino ad aumentare.”
Per quanto riguarda le nuove risorse proprie: i negoziatori delle due istituzioni si sono trovati d’accordo sul principio secondo cui i costi a medio e lungo termine del rimborso del debito che deriverà dal Fondo di ripresa non dovranno andare a scapito di programmi di investimento già avviati, e non devono tradursi in maggiori contributi da parte dei Paesi Membri. A tal proposito, i negoziatori del PE hanno creato una tabella di marcia per l'introduzione di nuove risorse proprie nei prossimi sette anni. La tabella di marcia è inserita all’interno dell'"Accordo interistituzionale", un testo giuridicamente vincolante.
“Oltre al contributo basato sull’uso della plastica a partire dal 2021, la tabella di marcia prevede una risorsa propria basata sul sistema di scambio delle quote di emissione di carbonio (ETS) (dal 2023, eventualmente collegata a un meccanismo di adeguamento), un prelievo digitale (dal 2024), nonché una risorsa propria basata su una imposta sulle transazioni finanziarie (ITF) e un contributo finanziario legato al settore delle imprese o una nuova base imponibile comune per l'imposta sulle società (dal 2026).”
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