Dietro le intense trattative che la Commissione europea ha attivato con BigPharma - per garantire un vaccino contro il Covid-19 disponibile in tempi rapidi - c’è una donna, ed è italiana: Sandra Gallina. E’ la vicedirettrice generale della Dg Sante, la direzione Salute e sicurezza alimentare della Commissione. La presidente Ursula von der Leyen, ha affidato il compito di trattare con le diverse case farmaceutiche, nell’UE come negli Usa, che stanno portando avanti nuove sperimentazioni.
Gallina, grazie alle sue capacità negoziali, garantisce una certa sicurezza all’UE, dal momento che, la sua carriera è nata e si è evoluta sempre all'interno della Commissione europea. Dopo più di dieci anni di lavoro d’interpretazione, passa alle mansioni amministrative come funzionaria del dipartimento Tasse e unione doganale della Commissione. Nel 2001 si apre quindi una lunga parentesi professionale alla Dg Trade, il dicastero commerciale dell’esecutivo comunitario.
Sandra Gallina entra nel gruppo dei “top negotiator” dell’Unione europea, incaricata di stringere accordi economici con i Paesi partner, ma si occupa anche di sviluppo sostenibile nel settore agroalimentare e ittico. Dal 2018 al 2020 ricopre l’incarico di vice-direttrice dell’intera Dg Trade.
Visti i successi da negoziatrice su scala globale, la presidente Ursula von der Leyen, in piena pandemia, la inserisce nella Dg Sante: nella corsa al vaccino si gioca una partita geopolitica importantissima, sia dentro che fuori l'Ue.
Nel suo intervento davanti agli eurodeputati, la funzionaria italiana ha sottolineato che “un buon vaccino” deve essere non solo efficace e sicuro, ma anche conveniente. La Gallina ha affermato che le prime vaccinazioni dovrebbero iniziare già verso la fine di quest'anno e che un numero significativo di vaccini dovrebbe essere disponibile nella prima parte del 2021. “Le dosi saranno distribuite agli Stati membri in base alle dimensioni della popolazione”, ha spiegato agli eurodeputati, mentre i prezzi dovrebbero essere “compresi tra 5 e i 15 euro per dose” al fine di “garantire l'accessibilità economica per tutti gli Stati membri”.