Si terrà domani il vertice tra l'Ue e i Paesi dei Balcani occidentali che aspirano all'adesione all'Unione.
Invece la grande riunione a Zagabria, accompagnata da molti eventi, causa l'emergenza sanitaria per la pandemia, si riuniranno in una videoconferenza organizzata dal premier croato Andrej Plenkovic, il cui Paese questo semestre detiene la presidenza di turno del Consiglio europeo una quarantina di leader europei.
Alla conferenza prenderanno parte i presidenti e premier di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia insieme ai leader dei 27 Paesi membri e ai massimi rappresentanti dell'Unione europea.
Come rivela la stampa croata, è prevista l'adozione della Dichiarazione di Zagabria nella quale l'Ue "ribadirà l'appoggio della prospettiva europea dei Balcani occidentali", e i sei paesi balcanici dichiareranno "il loro pieno impegno alla prospettiva europea come loro convinta scelta strategica".
La questione che non si farà menzione dell'allargamento o dell'integrazione, ma si attingerà alla formulazione vaga di "prospettiva europea", scrive oggi il Jutarnji list di Zagabria citando fonti diplomatiche, è la conseguenza dello scetticismo di alcuni Paesi, soprattutto Francia e Paesi Bassi, e in parte anche Germania, Danimarca e Svezia, che avrebbero chiesto al premier croato "di non trasformare questo evento in un vertice sull'allargamento".
Al contempo non si farà riferimento neanche al fatto che a marzo Bruxelles ha approvato l'apertura dei negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord.
E’ fatto presente dalla stampa che in confronto al grande vertice Ue-Balcani tenutosi nel 2000 a Zagabria, il vertice di oggi offre alla regione meno di quanto le fu promesso vent'anni fa e, al fine di evitare controversie sullo status del Kosovo, non riconosciuto come stato indipendente da cinque Paesi dell'Ue, tutti i leader siederanno davanti uno sfondo neutrale, senza simboli statali e nomi dei rispettivi Paesi, e sullo schermo apparirà solo il nome e il cognome dei partecipanti.
Ad avviso della stampa, questa scelta sarebbe stata concordata su esplicita richiesta della Spagna "che non vuole partecipare a riunioni nelle quali il Kosovo viene presentato come uno stato indipendente".
Per la medesima ragione nella dichiarazione finale si utilizza l'espressione "i partner nei Balcani occidentali" per evitare la parola "stati". Oltre alla Spagna, nella Ue non riconoscono l'indipendenza del Kosovo anche Romania, Grecia, Cipro e Slovacchia.