La parità tra donne e uomini rappresenta un valore fondamentale dell’Unione europea, risalente al trattato di Roma del 1957 che ha stabilito il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro. Da allora l’UE ha continuato e sta continuando ad affrontare il problema della discriminazione basata sul genere sensibilizzando e intraprendendo azioni
Uno degli obbiettivi recenti di cui abbiamo già parlato sono quelli del 2030. Martedì 2 luglio 2019 si è fatto un passo in più verso il raggiungimento di questo obbiettivo da parte dell’Unione Europea; sono state elette due donne nella Commissione Europea per la prima volta- Ursula von der Leyen e Christine Lagarde: Ursula von der Leyen è stata ministro della Famiglia e due volte responsabile della Difesa e Christine Lagarde è invece avvocato, ministro dell'Economia, dell'Industria e dell'Impiego. Il presidente Juncker ha inoltre fissato l’obiettivo di garantire che entro la fine del mandato dell’attuale Commissione nel 2019 almeno il 40 % dei quadri intermedi e superiori della Commissione europea sia composto da donne. Al 1º febbraio 2019, le donne rappresentavano il 39,6 % di tutti i dirigenti, percentuale in aumento rispetto al 30 % del 2014.
Nell’impiego strategico per la parità di genere del 2016-2019 l’UE ha dichiarato che il suo obbiettivo è quello di consentire alle donne di ottenere le stesse opportunità degli uomini sul posto di lavoro, la parità di retribuzione e quello di aiutare sia gli uomini che le donne a raggiungere un migliore equilibrio tra il lavoro e altri ambiti della propria vita.
Ma chiariamo le cose: ottenere la parità di genere oltre che essere un qualcosa che dovrebbe essere naturale, visto che siamo tutti esseri umani che hanno gli stessi bisogni e che di conseguenza dovrebbero avere accesso alle stesse possibilità ed agli stessi diritti, non sarebbe vantaggioso solo per le donne ma anche per gli uomini e per il mondo intero: si stima infatti che il divario occupazionale tra uomini e donne venga a costare 370 miliardi annuali all’economia dell’UE e non solo, ottenere la parità di genere potrebbe creare 10,5 milioni di posti di lavoro entro il 2050 e portare una crescita dell’economia dell’UE tra 1950 e 3150 miliardi di euro.
Cos’altro sta facendo l’UE? L’iniziativa della Commissione europea per l’equilibrio tra vita professionale e vita privata rispetta il principio della parità di trattamento del pilastro e introduce nuovi diritti: tra di essi vi sono il congedo di paternità, il congedo parentale e per i prestatori di assistenza e modalità di lavoro flessibili per i genitori e i prestatori di assistenza. L’iniziativa inoltre si occupa di attuare misure per aiutare gli stati membri a proteggere dal licenziamento le lavoratrici gestanti e le persone che usufruiscono del congedo familiare.
L’UE si sta inoltre adoperando per migliorare l’occupazione femminile in altri settori quali i trasporti.
Ricordiamoci che l’Europa siamo noi, tutti i cittadini che fanno parte dell’UE permettono con le loro azioni all’Europa di cambiare in meglio, di innovarsi e di permetterci una qualità della vita sempre più alta; partecipare a progetti o fare azioni che sono mirate ad ottenere una parità di genere, non sarebbe inutile perché un cambiamento non è altro che la somma di più azioni che vengono svolte in maniera diversa dal solito secondo il proprio obbiettivo. Aggiungiamoci all’addizione per arrivare al risultato! Sarà un percorso molto lungo ma ne varrà la pena e saranno in grado di beneficiarvi tutti.
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