L'UE sostiene ed ha sempre sostenuto gli sforzi compiuti dagli Stati membri per fornire ai propri cittadini un elevato livello di istruzione e formazione. Promuovendo il multilinguismo, sostenendo l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue, incoraggiando la mobilità degli studenti, dei tirocinanti, degli insegnanti e dei giovani e favorendo lo scambio di informazioni e di esperienze. Proprio per questo motivo non c’è da meravigliarsi se proprio ultimamente l’UE sta facendo di tutto per riuscire a rendere possibile la creazione di vere e proprie ‘’Università Europee’’.
La commissione dell’Unione Europea, oltre all’esperienza dell’Erasmus+ che è già stata in grado di apportare numerosi benefici a coloro che vi hanno partecipato (per esempio il 70% degli ex studenti Erasmus+ ha affermato di sapere meglio, al ritorno dall'estero, quale carriera desidera intraprendere) ha un nuovo obbiettivo a favore degli studenti italiani: creare delle ‘’università europee’’ al fine di rafforzare la mobilità degli studenti e del personale universitario promuovendo non solo qualità ma anche inclusività e competitività dell’istruzione.
A rientrare nell’iniziativa voluta dalla Commissione europea ci sono l’Università di Bologna, di Milano, Padova, Trento, Cagliari, Palermo, Roma Tor Vergata, l’European University Insitute di Firenze, la Bocconi di Milano, l’Università di Roma Sapienza, l’Accademia delle Belle Arti di Roma ed il Politecnico di Torino. Una presenza che fa onore al nostro Paese che però subisce la concorrenza dei principali Paesi dell’Ue. Germania e Francia contano più istituti coinvolti di quelli italiani (15 ciascuno).
Il commissario europeo all’Istruzione e la cultura, Tibor Navracsics garantisce che quest’iniziativa sarà un vero e proprio punto di svolta per l’istruzione superiore in Europa ed afferma che l’iniziativa permetterà alle prossime generazioni di studenti di vivere in Europa studiando in diversi paesi.
Lo svolgimento risulterà valido e completo grazie alla formazione di campus inter-universitari nei quali gli studenti, i dottorandi, i ricercatori e lo stesso staff potranno muoversi liberamente potendo così mettere in comune le relative competenze e risorse per dare a tutti la possibilità di seguire dei programmi di studio che coprano varie discipline. Gli studenti saranno inoltre in grado di personalizzare la loro carriera grazie alla flessibilità dei programmi scegliendo: come, dove e quando studiare ottenendo poi una laurea europea.
Il programma è fortemente sostenuto dalla Commissione ed infatti il primo finanziamento per realizzare questa innovazione conta più di 85 milioni di euro che equivarrebbero a circa 5 milioni di euro per gruppo di università nei prossimi 3 anni.
D’altra parte ci troviamo in un mondo fortemente influenzato dalla globalizzazione con sempre più scambi e sempre più novità, per questo è necessario adeguarsi a questo flusso di cambiamenti e sfruttare al meglio ciò che ci offre da tutti i punti di vista (risorse, conoscenze ed esperienze formative e lavorative).
Non a caso sarà compito delle nuove università «internazionalizzarsi» per rispondere ai nuovi ritmi dovuti alla globalizzazione, e fornire le giuste competenze a tutti gli europei e agli enti locali.
Non è una novità da poco, Navracsis garantisce che queste super-università garantiranno opportunità per tutti i giovani indipendentemente dai loro tipi di background e che quindi di conseguenza potranno essere in grado di diminuire il tasso di disoccupazione giovanile che tutt’ora risulta un problema reale dell’Europa.