Il rapporto 'Multidiscriminazione e giovani in Europa' dell'European Youth Forum (Eyf) ha preso in considerazione la situazione di 495 giovani 18-35 anni (solo il 4 per cento under 18) in 34 Paesi europei.
Sono i giovani italiani a comporre il campione maggiormente rappresentato, con il 15,6 per cento del totale, seguiti da portoghesi (6,1 per cento) e ciprioti (5,4 per cento). Secondo lo studio, pubblicato in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, il 29 per cento dei giovani 18-24 anni si ritiene discriminato per la propria età, percentuale che scende al 10,3 per cento per i ragazzi 25-29 anni e al 3,6 per cento per i giovani 30-35 anni. In totale quindi, circa il 43 per cento dei giovani europei si sente discriminato per una mera questione anagrafica, segue il fatto di essere uomo o donna (34,5 per cento) e il proprio orientamento sessuale (18,8 per cento).
Le principali discriminazioni avvengono nel mondo dell'educazione (53,8 per cento) e al momento della ricerca di un lavoro (50 per cento) con conseguenze dirette sull'aumento dell'abbandono scolastico, una formazione di scarsa qualità e la crescita della disoccupazione giovanile. Seguono le discriminazioni sul luogo di lavoro (42 per cento) e al momento della ricerca di un alloggio (29 per cento).