A sentir nominare la Siberia, il pensiero più comune è quello del clima rigido, delle bassissime temperature e della vita tra la neve. Eppure, in queste ore e ormai da settimane, la Siberia sta bruciando.
Tre milioni di ettari di foreste sono ormai state spazzate via dall’incendio che divampa da ormai troppi giorni e che continua implacabile il suo percorso di distruzione. Si stima che l’aria andata a fuoco abbia già raggiunto le dimensioni della superficie del Belgio.
Tra lo sconforto degli abitanti e la disperazione per il tragico disastro naturale che si sta formando sotto i nostri occhi, vi è un comune sentimento di rabbia nei confronti delle autorità regionali, accusate dal ministero delle emergenze di Mosca di non aver agito tempestivamente per contrastare questo disastro.
Tuttavia, il vero responsabile di questo incubo di fuoco è il cambiamento climatico:
"L'area degli incendi si è ampliata a causa della lunga permanenza dell'anticiclone secco nella zona” - ha spiegato Sergei Abanin del ministero russo per le Emergenze. Una situazione, quindi, anomala per questa terra e che ha colto alla sprovvista i responsabili della sicurezza e delle emergenze, che si sono ritrovati davanti a una situazione del tutto nuova.
Il fumo sprigionato dagli incendi è arrivato fino in Alaska e sulla costa occidentale del Canada. Una situazione senza precedenti secondo gli esperti. La regione non è estranea a incendi durante l'estate, ma le temperature raggiunte in questo periodo dell'anno e il fuoco che si è scatenato di conseguenza non hanno precedenti.
Non si tratta di un’emergenza russa, ma mondiale. Ad andare a fuoco è il circolo polare artico – chiaro segno di minaccia per l’intero pianeta.
Il presidente Trump ha offerto a Putin l'aiuto degli Stati Uniti per far fronte all'emergenza.
Non vi è politica che tenga davanti a una minaccia comune.
Come ha sottolineato Claudia Volosciuk, una scienziata dell’Organizzazione meteorologica mondiale, il giugno di quest’anno è stato uno dei mesi più caldi mai registrati, e la temperatura media in Siberia è stata di 10 gradi più alta rispetto alla media.
La Siberia non è l’unico territorio a dover fare i conti con incendi devastanti e senza precedenti. Come si diceva, in questi giorni stanno bruciando anche la Groenlandia, l’Alaska e il Canada. Questi eventi non hanno soltanto spazzato via ettari di foreste, ma hanno anche aumentato le emissioni di CO2.
Questo urlo disperato della terra deve essere ascoltato da tutti – la salute del pianeta dipende da noi, dalle nostre abitudini e da come decidiamo di vivere e lasciare il mondo ai figli delle generazioni future.