Le nuove strategie d’Europa fanno rima con uguaglianza di genere.
Il 5 marzo la Commissione ha presentato la sua strategia a sostegno del Goal 5 dell’Agenda 2030, con l’obiettivo di garantire, entro il 2025, la parità di genere in tutti i settori dell’Unione Europea.
Un piano quinquennale, quindi, che si batte sin da subito per sconfiggere la disparità tra uomo e donna.
“L'uguaglianza di genere è un principio fondamentale dell'Unione europea, ma non è ancora una realtà”, dichiara la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, “Negli affari, nella politica e nella società nel suo insieme, possiamo raggiungere il nostro pieno potenziale se utilizziamo tutto il nostro talento e la nostra diversità. Utilizzare solo metà della popolazione, metà delle idee o metà dell'energia non è abbastanza”.
Nonostante l’Europa abbia già fatto passi da giganti in questo campo e rappresenti “il Continente che ha fatto più progressi negli ultimi decenni su questi temi”, come si legge dal comunicato stampa diffuso dalla Commissione, resta ancora molto da fare.
Il documento dell’Ue dal titolo “Questions and answers: gender equality strategy 2020-2025”, infatti, mostra che i progressi nel settore vengono ancora giudicati insufficienti e che vecchi stereotipi continuano a persistere.
La strategia UE per la parità di genere 2020-2025 si basa su tre azioni chiave:
1. Porre fine alla violenza sulle donne.
Attualmente il 33% delle donne nell’Unione ha subito violenze fisiche o sessuali, mentre il 55% ha subito molestie sessuali. La Commissione intende invocare misure giuridiche in grado di qualificare la violenza contro le donne un reato gravo e proporre una legge sui servizi digitali per contrastare le attività illegali online che incitano a questo tipo di violenze.
2. Attuare politiche di pari possibilità per il raggiungimento di una posizione di vertice nel mondo del lavoro e nella politica.
In media, le donne nell’Unione a parità di lavoro guadagnano il 16% in meno degli uomini e che rimane molto più facile per gli uomini entrare nel mondo del lavoro. Per questo motivo, la Commissione ha dato il via a una consultazione pubblica sulla trasparenza salariale e presenterà misure vincolanti entro la fine del 2020.
Inoltre, solo l’8% dei Ceo delle grandi aziende presenti nell’Unione è costituito da donne. In base a questa percentuale, la Commissione darà forza alla proposta del 2012 per l'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società e promuoverà la partecipazione delle donne alla politica, anche in ottica elezioni del prossimo Parlamento europeo, previste nel 2024.
3. Adottare della prospettiva di genere in tutti i prossimi provvedimenti politici.
Verranno raddoppiati gli sforzi per la piena applicazione delle norme Ue sulla conciliazione tra vita privata e vita professionale, in modo da rendere l’impegno di lavoro una reale scelta di vita.