Chiunque abbia fatto una piccola ricerca su Google, avrà notato un Doodle che richiama molto il mondo della scienza e della chimica.
Per ricapitolarci, un Doodle è un’immagine che Google usa di tanto in tanto al posto del proprio logo per celebrare qualche avvenimento particolare e, oggi, ha deciso di celebrare i 190 anni dalla nascita di Julius Lothar Meyer.
Probabilmente a molti di noi questo nome non dirà molto, ma Meyer è una figura strettamente collegata al più “famoso” nome di Dmitri Mendeleev, il primo chimico russo a realizzare una tavola periodica completa degli elementi chimici.
Ebbene, Julius Lothar Meyer fu anch’egli un chimico, ma era di nazionalità tedesca ed il suo nome è collegato a quello di Mendeleev proprio per via di un’altra tavola periodica che Meyer realizzò pochi mesi dopo il collega, e in modo del tutto indipendente.
Julius Lothar Meyer nacque il 19 agosto 1830 anni fa in una famiglia di medici a Varel, in Germania. Studiò medicina, ma presto si interessò alla chimica fisiologica. Nel 1858 ottenne un dottorato di ricerca e presentò una tesi nella quale dimostrò che nella respirazione l’ossigeno si combina con l’emoglobina del sangue, senza però riuscire a identificare il particolare componente nel sangue responsabile del legame.
Dopo aver insegnato in diverse università tedesche, nel 1864 pubblicò un trattato che includeva una prima versione della tavola periodica e che prevedeva 28 elementi. L’idea alla base della sua tavola era semplice e cioè che le proprietà chimiche e fisiche degli elementi che ci circondano non sono casuali, ma sono invece il frutto di un ordine preciso. Lothar Meyer intuì dunque che elementi che avevano proprietà simili avevano un peso atomico simile, oppure un peso atomico che aumentava in maniera regolare.
Dmitri Mendeleev stava sviluppando un metodo simile e nel 1869 pubblicò la sua tavola periodica che conteneva tutti gli elementi conosciuti fino ad allora, cioè 56. Un anno dopo Lothar Meyer pubblicò a sua volta – in maniera indipendente – una versione riveduta e ampliata della sua prima tavola che era praticamente identica a quella di Mendeleev, dimostrando la periodicità degli elementi in funzione del peso atomico.
La storia di Meyer ci insegna che, unendo diversi mondi e conoscenze, è possibile arrivare a scoperte rivoluzionarie. E oggi Google ha deciso di ricordarcelo, a modo suo.