Dati Eurostat forniscono un importante e positivo dato: il commercio al dettaglio nell’Unione Europea è tornato ai livelli pre-pandemia.
Nella zona euro è aumentato del 5,7% e nella UE-27 del 5,2% rispetto al mese precedente. A giugno 2020 rispetto a giugno 2019, il commercio è salito dell'1,3% in entrambe le zone.
Eurostat ha registrato aumenti consistenti in Irlanda, che segnala +21,9%; in Spagna con +16,5% e in Italia con +13,8%; in calo invece in Austria con -2,5% e in Germania con -1,6%.
Nel complesso, i volumi del commercio al dettaglio sono tornati ai livelli registrati nel febbraio 2020, prima dell'inizio delle misure di contenimento Covid, sebbene con una tendenza diversa tra le categorie di prodotti. A giugno 2020, le vendite di cibo, bevande e tabacco erano simili ai livelli di febbraio (1,3% in meno di febbraio 2020), mentre per alcuni gruppi di prodotti non alimentari c'era ancora un notevole divario tra la situazione attuale e prima delle misure di contenimento del contagio. Nello specifico, nell’UE, il volume del commercio al dettaglio è aumentato del 16,9% per i carburanti per autoveicoli e del 10,6% per i prodotti non alimentari; mentre gli alimenti, le bevande e il tabacco sono diminuiti del 2,2%.
L'UE segnala anche alcuni settori in cui gli Stati Membri possono compiere ulteriori progressi per agevolare l'aumento del commercio al dettaglio, come ad esempio
- facilitare lo stabilirsi di una nuova attività (riducendone i tempi di apertura),
- ridurre le restrizioni alle attività quotidiane dei negozi (la Commissione ha individuato le migliori pratiche circa la promozione delle vendite e gli sconti, i canali di vendita specifici, gli orari di apertura, le imposte, l'acquisto di prodotti in altri Stati membri e le pratiche contrattuali di un moderno commercio al dettaglio),
- adottare nuovi metodi per promuovere la vitalità dei centri cittadini (la Commissione ha anche pubblicato una Guida su come favorire la rivitalizzazione e la modernizzazione del piccolo commercio al dettaglio).