La Commissione europea ha avviato, il 27 luglio 2023, un’indagine formale per riuscire a valutare se Microsoft abbia violato le regole stabilite dall’UE per la concorrenza, quando ha legato o raggruppato il suo prodotto Teams, sistema di comunicazione, alle sue suite Office 365 e Microsoft 365 per le aziende.
Infatti, ben tre anni fa, il 14 luglio 2020, Slack Technologies, Inc. ha presentato una denuncia contro la suddetta azienda, sostenendo che proprio Microsoft legava illegalmente Teams alle sue suite di produttività dominanti. Siccome l’articolo 102 del TFUE vieta l’abuso di posizione dominante che pregiudichi il commercio o restringa la concorrenza nell’UE, la Commissione ha informato Microsoft e le autorità garanti della concorrenza nell’UE di aver iniziato un procedimento, definito nel regolamento antitrust, applicabile anche dalle autorità nazionali garanti.
Come sappiamo, l’epidemia di COVID-19 ha proiettato il mondo del lavoro verso un futuro che già si stava avvicinando a passo spedito, rendendolo effettiva realtà: il lavoro da remoto. Insieme alla modalità da remoto, è stata accelerata anche la transizione delle aziende al cloud e all’adozione di software basati su cloud per la comunicazione e la collaborazione. Tutto questo ha permesso la nascita e la comparsa di nuovi attori nel campo del mercato e del business e la possibilità per i clienti di poter utilizzare fornitori diversi e più tipi di software, senza dover per forza avere un data center interno.
Proprio perché Microsoft è riuscita ad includere nelle sue consolidate suite anche la piattaforma di Teams, la Commissione europea teme che l’azienda abbia cercato in questo modo di abusare e difendere la propria posizione di mercato limitando la concorrenza per i prodotti di comunicazione e collaborazione nello Spazio Economico Europeo (SEE).
In particolare, la Commissione ha questo timore per il fatto che Microsoft potrebbe aver concesso a Teams un vantaggio di distribuzione non offrendo ai clienti la possibilità di scegliere se includere o meno l’accesso a tale prodotto nel momento dell’abbonamento alle sue suite di produttività. In questo modo avrebbe anche limitato l’interoperabilità tra le sue suite di produttività e le offerte dei concorrenti, costituendo vincolo anticoncorrenziale e, perciò, impedimento a una libera competizione.
Se si dimostra il comportamento oggetto di indagine, l’azienda sarà ritenuta colpevole di abuso di posizione dominante, violando le regole di concorrenza UE. La Commissione svolgerà, dunque, la sua indagine in via prioritaria, ma, poiché non esiste un termine legale per porre fine a un’indagine antitrust, la durata potrà variare in base alla complessità del caso, alla misura in cui le società coopereranno con la Commissione e all’esercizio dei diritti di difesa.