
La scarsità di competenze è una sfida crescente in Europa, aggravata da pensionamenti e transizioni verso settori digitali e sostenibili. Il 78% delle PMI europee segnala difficoltà nel reperire lavoratori qualificati, con 42 professioni già segnalate dalla Commissione Europea come “carenti” tra cui autisti, infermieri, ingegneri, sviluppatori software, muratori e camerieri.
Ma quali sono le soluzioni concrete per invertire questa tendenza?
Per affrontare l’insufficienza di competenze, molte aziende europee stanno adottando approcci innovativi:
- Attrarre nuovi lavoratori: migliorare le condizioni lavorative, offrire flessibilità, benefit e incentivi. Esempio: un hotel croato ha evitato la carenza stagionale con premi fedeltà, alloggi supportati e orari flessibili.
- Valorizzare la manodopera sottoutilizzata: includere caregiver, migranti e rifugiati tramite orari flessibili, servizi per le famiglie, eventi di networking e formazione. Ipsos (Cechia) e l’Ukrainian Professional Support Centre (Svezia) sono modelli virtuosi.
- Formare i lavoratori locali: programmi di apprendistato, tirocini e corsi di aggiornamento. Casi di successo: Cyprus Public Transport (autisti), Aurai (formazione in IA) e Helsinki (formazione per assistenti sanitari).
Il ruolo chiave di EURES (European Employment Services): il servizio pubblico gratuito promosso dalla Commissione Europea.
EURES, la rete europea per la mobilità professionale, aiuta sia i candidati in cerca di occupazione che i datori di lavoro a trovare talenti nei paesi UE e dello Spazio Economico Europeo, offrendo consulenza personalizzata e supporto pratico nel reclutamento internazionale.
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